I 6 finalisti dello Stockholm Junior Water Prize 2020

I 6 finalisti dello Stockholm Junior Water Prize 2020

I finalisti dello Stockholm Junior Water Prize di quest’anno hanno affrontato alcune delle problematiche mondiali più impegnative correlate all’acqua con risultati impressionanti. In Bolivia, gli studenti forniscono un contributo prezioso alle loro comunità insegnando alle famiglie più povere a depurare l’acqua con i gusci delle noci di cocco. In Corea del Sud, due studenti hanno scoperto come rimuovere i metalli pesanti dall’acqua con una sostanza ricavata dalle alghe. Per saperne di più, potete guardare i video di seguito.

Nota: A causa del COVID-19, l’edizione dello Stockholm Junior Water Prize di quest’anno si terrà interamente online. La cerimonia di premiazione avrà luogo durante la WWWeek At Home, una serie di sessioni virtuali con i massimi esperti di clima e settore idrico a livello mondiale, dal 24 al 28 agosto 2020. Xylem è Founding Global Sponsor dello Stockholm Junior Water Prize.

I finalisti di questa edizione dello Stockholm Junior Water Prize provengono da 29 Paesi. Ecco una breve selezione dei progetti più interessanti dei giovani leader del settore idrico.

Bolivia: Insegnare alle famiglie più povere a depurare l’acqua con i gusci delle noci di cocco

“Questo progetto è nato dal fatto di vedere continuamente le persone ammalarsi bevendo l’acqua contaminata e di non potersi permettere l’acqua potabile”, afferma Shanne Nashely Montenegro Poma. Gli altri due membri del progetto finalista boliviano sono Grover Nahum Velasquez Ferrufino e Paulina Irene Velasquez Ferrufino. Il team di studenti ha scoperto che i gusci di noci brasiliane e noci di cocco gettati lungo le strade della loro città avrebbero potuto essere utilizzati per depurare l’acqua.

“La nostra ricerca è iniziata quattro anni fa, provando diversi metodi di depurazione dell’acqua per individuare il più praticabile ed economico per le esigenze specifiche della nostra comunità”, spiega Paulina. Il progetto ha quindi portato ad insegnare a 20 famiglie a basso reddito della città di Cobija a come realizzare un modulo di depurazione dell’acqua piovana e delle acque grigie utilizzando questi gusci.

 

Svizzera: Le prove dell’inquinamento da microplastiche sulle Alpi Svizzere

Anna Sidonia Marugg è una studentessa 19enne dell’Engadina, valle nelle Alpi Svizzere orientali. Per il suo progetto, ha deciso di indagare sull’inquinamento da microplastiche nella propria regione. Infatti, questo fenomeno non era mai sato analizzato in precedenza, probabilmente perché si riteneva che fosse pressoché incontaminata. Alla fine, ha trovato dei residui plastici in tutti i siti analizzati, dimostrando che le microplastiche sono presenti anche nelle regioni apparentemente più remote ed a bassissima densità di popolazione.

“L’inquinamento dovuto alla plastica riguarda ognuno di noi, ma fortunatamente possiamo fare qualcosa per evitare che si aggravi ulteriormente”, afferma Anna. “Tuttavia, se non sappiamo che anche i nostri fiumi apparentemente puliti sono interessati da questo problema, non siamo propensi a cambiare le nostre abitudini oppure a fare qualcosa per prevenirlo”.

 

Cina: Produzione di creme solari a base di oli vegetali ecologici

Melody Zhang, studentessa di Guangdong, Cina, era alla ricerca di una soluzione per realizzare una crema solare senza componenti chimici sintetici come il benzofenone, che secondo le ultime ricerche rappresenta una delle maggiori minacce per le barriere coralline.

“Al contrario, ho trovato un sostituto innocuo per l’ambiente”, spiega. “Abbiamo combinato un olio vegetale naturale in grado di assorbire i raggi UV con i componenti più comuni delle creme solari”.

Per il suo progetto, diversi oli sono stati miscelati con gli ingredienti più comuni utilizzati per le creme solari come biossido di titanio e ossido di zinco in polvere per produrre una crema solare ancora più ecologica, che blocca efficacemente la luce del sole riducendo allo stesso tempo il rischio di inquinamento chimico degli ecosistemi marini.

Corea del Sud: Filtrazione dei metalli pesanti con un liquido ecologico

Due studenti sudcoreani hanno scoperto un metodo più sicuro per rimuovere i metalli pesanti dalle acque reflue utilizzando una sostanza ricavata dalle alghe. “I metodi attuali per la rimozione dei metalli pesanti tossici dalle acque reflue prevedono l’uso di un coagulante per addensare i relativi ioni in un fango spesso”, spiega Jiung Nam. “Tuttavia, questo metodo comporta diversi svantaggi”.

Tra questi, lo spreco di una considerevole quantità d’acqua durante il processo di trattamento e la difficoltà di smaltire i fanghi di metalli pesanti in sicurezza. “Il nostro obiettivo era quello di realizzare un sistema in grado di rimuovere gli ioni metallici in modo molto più ecologico ed efficiente”, afferma Hyunseok Hong. “A tal scopo abbiamo scoperto l’acido alginico, un polisaccaride presente nelle alghe brune”.

 

USA: Maggiore efficienza di rimozione delle fuoriuscite di petrolio in mare

In caso di fuoriuscita in mare, il petrolio tende a propagarsi velocemente per effetto delle onde. Il petrolio e l’acqua si mescolano tra loro intrappolando le rispettive particelle e formando un’emulsione, cioè una miscela di liquidi normalmente immiscibili.

“Le emulsioni rappresentano la parte più pericolosa delle fuoriuscite di petrolio, perché tendono ad aumentarne il volume ed a galleggiare al di sotto della superficie degli oceani, dove nuotano numerosi animali come i pinguini”, afferma il finalista americano Zoe Gotthold, studente liceale di Richland, Washington.

“Per separare efficacemente queste emulsioni a base di petrolio, ho sviluppato una soluzione atossica specifica”, aggiunge. “Infatti, separando l’emulsione, il petrolio meno denso galleggia in superficie e di conseguenza è meno pericoloso, oltre che più facile da recuperare”.

Nigeria: Utilizzo di piante comuni per la depurazione dell’acqua contaminata

“Il nostro team si è posto l’obiettivo di trovare una soluzione di depurazione dell’acqua completamente naturale, visto che il cloro ha diversi effetti negativi sull’ambiente”, spiega Garuba Mustapha Ademola, studente di Lagos, Nigeria. “Per risolvere il problema, abbiamo deciso di svolgere diversi studi in laboratorio”.

Gli studenti sono riusciti a depurare diversi tipi di acque contaminate con alcune piante comuni, utilizzando anche un sistema di monitoraggio GSM per valutare l’efficacia delle loro misure di contenimento dell’inquinamento.

“Per depurare l’acqua, ci siamo affidati a piante naturali come albero del rafano e Jatropha curcas”, spiega l’altro membro del team nigeriano, Adeola Elizabeth Adedokun. “Inoltre, grazie a questa tecnologia, i dati dalle stazioni di depurazione sono accessibili in tempo reale via GPRS/GSM o rete cellulare 3G”.

Per saperne di più su tutti i progetti finalisti dello Stockholm Junior Water Prize

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